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Atti del congresso C.U.R.A./M.A.U. di Parigi
(16-17 dicembre 2000)

Le frontiere dell'astrologia
(Da Nostradamus a Gauquelin)

Patrice Guinard
Trad. di Fernanda Nosenzo-Spagnolo

 

Programma ed elenco degli intervenuti presenti

Patrice Guinard ha in modo rapido aperto il seminario prima di dare la parola a Claudine Besset-Lamoine che ha sottolineato l'importanza della nozione di spazio circoscritto nell'astrologia antica e in modo particolare nelle geografie zodiacali e planetarie, per abilmente introdurre i dibattiti sulla questione stessa del seminario. Così interrogarsi sui limiti dell'astrologia da una parte, e il definirla come il sapere di zone e di confini seppur geografici dall'altra, dà adito a porsi delle domande sulla natura stessa dell'astrologia.
 

Sessione 1.

La storia al servizio dell'esegesi del testo profetico

La prima sessione è stata diretta da Isabelle Le Berre che ha ricordato i recenti lavori dell'invitato principale della sessione, Roger Prévost, storico ed autore di "Nostradamus. Le mythe et la réalité " (1999), il quale ha di nuovo esposto - dopo una trasmissione di Bernard Pivot al momento dell'uscita della sua opera - la sua interpretazione delle Quartine, che rivela un Nostradamus archivista, storico, e forse anche poeta. A supporto della sua dimostrazione: le quartine IV 86 e VIII 2 delle Centurie che utilizzano un riferimento astrologico e fanno riferimento, uno agli avvenimenti del 1495, l'altro agli incidenti meteorologici (tempeste e precipitazioni) del 1591, tutti e due attestati nelle cronache locali delle regioni concernenti. Roger Prévost avrebbe così ritrovato le fonti storiche, ma anche letterarie e speculative (come il trattato di Richard Roussat, apparso a Lione nel 1550 e già segnalato da certi esegeti) di più di 600 delle 940 quartine che comprendono le "Centurie".

Patrice Guinard ha fatto notare che questa lettura implica che Nostradamus avesse a propria disposizione una biblioteca considerevole, composta a sua volta di opere storiche ma anche di archivi, bollettini e cronache locali. E' questa biblioteca essenzialmente storica che Nostradamus avrebbe bruciato e non una biblioteca composta in gran parte da opere esoteriche e magiche.

Roger Prévost ha anche insistito sulla visione ciclica della storia che Nostradamus condivideva con la maggior parte dei suoi contemporanei, proposta che Frank Hernandez, geografo, ha illustrato con uno schema ciclico dimostrando la supposta ripetizione di avvenimenti storici che si sarebbero svolti negli stessi luoghi con parecchi secoli d'intervallo.

Riprendendo questa idea di ciclicità, Jacques Halbronn, storico di testi profetici, ha esposto la propria concezione della meccanica profetica, nel conoscere la spiegazione letteraria di un corpus per cui si pensa che gli avvenimenti descritti siano molto solidi e saggiamente scelti per avere qualche possibilità di riprodursi, almeno in parte, in futuro, in vista di valorizzare essenzialmente, una situazione politica vicina oppure già vigente. Così il profeta sarebbe lo strumento di una corrente politica o di un movimento ideologico, che resta comunque da definire. Ma la strumentalizzazione del testo profetico non si arresterebbe qui, poiché il corpus nostradamico sarebbe in parte opera di ulteriori falsari, molto dotati nell'imitare lo stile di Nostradamus, così come quello delle sue quartine in versi, e della sua prima prefazione in prosa, il che mi sembrerebbe fortemente improbabile.

(Segnalo a Jacques Halbronn che esistono dei settori di "Scienze di testi e documenti" presso alcune università, che mettono in funzione delle tecniche sofisticate di numerazione di vocaboli e delle analisi comparative diverse che potrebbero essere utili per attestare questa ipotesi.)

Il dibattito sull'autenticità del corpus è stata l'occasione per Jaques Halbronn, che nega l'autenticità delle edizioni 1555 e 1557 recentemente "riscoperte" e riedite da Robert Benazra e Michel Chomarat, di esporre alcuni risultati della sua tesi di Laurea (1999) sul testo profetico in Francia, e specialmente di proporre con l'apparizione delle tre parti delle Centurie, le date di 1559 per le prime 353 quartine, 1568 circa per le Centurie VII, IX e X, e 1558-1590 per le altre, così come per la prefazione di Enrico II.

Finalmente la questione del fenomeno profetico in sé è stata sollevata da Isabelle Le Berre, nel riconoscere nelle capacità reali o contestate al profeta di Salon quella di essere stato in grado d'anticipare l'avvenire. Lo scetticismo degli storici Prévost ed Halbronn non è stato interamente condiviso dagli astrologi partecipanti al dibattito, come Tristan Lahary, che invocando certi lavori di Jacques Dorsan, si è interrogato sulla probabilità per Nostradamus di avere in realtà utilizzato, per le posizioni planetarie menzionate nelle quartine, un riferimento siderale e non tropico.

[I concetti di Jacques Halbronn e di Roger Prévost, benchè in apparenza complementari, sollevano un problema cruciale che avrebbe meritato di essere maggiormente dibattuto e che infatti pone in evidenza la loro mancanza di convergenze, se non la loro contraddizione. Un numero non indifferente delle quartine (I 5, I 66, III 41, III 68-69-70, IV 44-45-46-47; IV, 49…) della prima edizione delle Centurie, apparsa nel 1599 secondo Jacques Halbronn che considera le edizioni anteriori come antidatate, interpretate da Roger Prévost alla luce dei documenti storici, si riferiscono a degli avvenimenti ulteriori a questa data, per esempio l'incoronazione di Massimiliano II nel 1564 (quartina I 43). Per meglio dire, bisognerebbe retrocedere ancora quella che sarebbe la prima edizione di almeno 5 anni e quindi cessare di negare il carattere profetico di un fenomeno che sfugge in gran parte ai limiti della razionalità moderna.]

Patrice Guinard ha concluso il dibattito con un'analisi comparativa fra la quartina X 67 (il terremoto così forte nel mese di maggio), dell'interpretazione di Roger Prévost (una forte pioggia di grandine il 4 maggio 1549 nella regione di Montélimar) con quella di Vlaicu Ionescu (la brusca offensiva tedesca dal 10 al 21 maggio 1940) e cercare di dimostrare che, tenuto conto delle posizioni planetarie indicate, le due interpretazioni resterebbero plausibili e che la ricerca della fonte testuale come quella dell'avvenimento futuro annunciato non sarebbero inconciliabili. Così le tempeste del 1549 potrebbero anche codificare con un gioco sulle date (1549 <- -> 1945), gli avvenimenti del 1945 (le bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki, che segnano la fine della guerra e l'ultimo verso della quartina: Cadrà grandine più grossa di un uovo.) Ogni quartina sarebbe un testo a due facce, l'una rivolta verso il passato, l'altra verso il futuro e la base storica, letteraria o semplicemente testuale delle quartine codificherebbe un'avvenire presentito. E' così che la visione ciclica di Nostradamus troverebbe la sua consacrazione.
 

Sessione 2.

I fondamenti biologici dell'astrologia e la loro applicazione alla medicina

Jean-Paul Citron, biologo, ha esposto i meccanismi fatti scattare dal segnale gravitazionale nella cellula. Al momento di una variazione gravitazionale (ed in particolare di origine astrale) la molecola del DNA si scompone e si riconfigura. Inoltre i ritmi planerari sembrano memorizzati a livello cellulare e di conseguenza il segnale astrologico si giustificherebbe per la sua natura gravitazionale e per il fatto che agirebbe in maniera ritmica.

Bernard Blanchet, astrologo condizionalista, ha domandato a Jean-Paul Citron di spiegare il suo modello biochimico per i segnali a debole intensità, specialmente quelli relativi a Plutone e Patrice Guinard ha sollevato il problema delle soglie, chiedendo se esisterebbe un limite riguardo alla registrazione e alla sensibilizzazione delle cellule ai ritmi di origine cosmica, invocando la recente scoperta di planetoidi di minima taglia al di là di Plutone-Caronte.

Jean-Paul Citron ha sottolineato la capacità del DNA di reagire ad intensità molto deboli e ha ammesso la possibilità dell'esistenza di soglie minime, al di sotto delle quali la risposta non si produrrebbe. La famosa curva di Gauss potrebbe essere il modello formale che illustra questi meccanismi. Riguardo all'origine dell'apertura di questa sensibilizzazione cellulare ai ritmi planetari, Jean-Paul Citron ha menzionato un fenomeno conosciuto dai biologi, la rimetilazione del genoma, che si produce qualche giorno dopo la nascita e che sarebbe, per il neonato, un inizio di spiegazione all'acquisizione d'una sensibilizzazione a degli specifici ritmi planetari.

Bernard Biardeau ha presentato un sistema di corrispondenze tra i segni zodiacali e i meridiani dell'agopuntura ed ha esposto i risultati della propria esperienza omeopatica, tendente a sottolineare l'efficacia delle sostanze omeopatiche suscettibili di controbilanciare in un tema natale debolezze e squilibri planetari

Patrice Guinard ha poi dato la parola a Valérie d'Armandy che ha esposto alcuni risultati della sua attività e discusso il problema dell'assimilazione delle malattie ai fattori planetari e zodiacali. Ha insistito sul carattere collettivo di alcune malattie recenti, come il cancro e l'AIDS che sarebbero in qualche modo interiorizzate a livello psico-mentale attraverso i media, mettendo in risalto l'osservazione secondo la quale una data malattia sarebbe meno legata ad una dominante planetaria fissa, che ad una sensibilizzazione generalizzata dell'organismo, inizialmente di origine psichica, e di natura nettuniana, e ad un'attivazione di questa stessa sensibilizzazione con il pianeta Marte.

Il dottor Franck Nguyen ha esposto con impegno la sua esperienza in astrologia medica, sottolineando i suoi limiti e dimostrando l'impossibilità di diagnosticare una malattia con l'aiuto del solo tema natale. I dati astrologici sarebbero da tenere in considerazione in correlazione agli altri dati di ordine fisico, biologico ed organico, e non metterebbero in evidenza che un determinismo relativo. In seguito ad una domanda di Jacques Halbronn concernente il declino dell'astrologia medica nel corso del XVIII secolo, Franck Nguyen ha dimostrato che le tecniche moderne avrebbero supplito ai numerosi strumenti astrologici ancora diffusi in quell'epoca e divenute oggi inutili.

Infine, Patrice Guinard ha suggerito che l'efficacia delle influenze astrologiche sul piano medico potrebbero essere dovute principalmente alla natura psichica o per meglio dire psico-somatica di fattori da tenere in considerazione e specialmente a livello dei transiti planetari.
 

Sessione 3.

La specificità dell'astrologia francese

Pierre Barrucand, ex matematico al C.N.R.S. ha parlato dei suoi incontri con alcuni astrologi francesi degli anni '40 e '50, di cui la maggior parte è oggi deceduta. Virginia Spica ha ricordato le riunioni bimensili animate dal C.I.A. (Centro Internazionale di Astrologia) negli anni '60 e la sua implosione all'inizio degli anni '70 in ragione dei conflitti di potere. Attualmente ci si può dolere che questo crogiuolo parigino di dibattiti non abbia più una vera equivalenza e che l'astrologo-consultante si occupi della sua attività e clientela senza peraltro preoccuparsi degli eventuali progressi della ricerca.

Jacques Halbronn ha definito il periodo 1975-2000 come quello dell'era dei congressi, mettendo in risalto, durante questi anni, la sua azione in seno al M.A.U., così come l'attività di Patrice Louaisel nello sviluppo delle reti regionali.

Véronique Lepage ha paragonato la situazione dell'astrologia francese a quella dell'astrologia inglese, e rimarcato che l'esposizione dell'astro-psicologia britannica, essenzialmente d'orientamento junghiano, in seguito all'influenza di Dane Rudhyar e di Liz Green, poteva essere dovuta ad una necessità colmante le debolezze dello sviluppo della psicanalisi britannica, contrariamente alla diffusione della psicanalisi francese, da Jacques Lacan a Françoise Dolto.

In seguito a queste diverse testimonianze Patrice Guinard ha concentrato il dibattito sulla questione dell'eventuale esistenza di una specificità dell'astrologia francese, specialmente a livello delle concezioni teoriche, se non delle pratiche. José Fernandez Quintano (Spagna) ha fatto parte dell'importante eco che ha conosciuto l'astrologia francese nel suo paese, ed ha suggerito che la sua specificità, stava forse nel ricercare una comparazione con la filosofia, la cui corrente strutturale ha conosciuto in Francia un eccezionale exploit. Tuttavia ha concluso il suo intervento sottolineando che la vera rottura moderna si sarebbe avuta con l'americano Dane Rudhyar che avrebbe sbarazzato l'astrologia di una certa concezione predittiva ed esoterica che era ancora in voga all'inizio del XX secolo. [Si potrebbe tuttavia obiettare che il francese Paul Choisnard è deceduto parecchi anni prima della comparsa delle prime opere di Rudhyar e che nel 1935 la Germania aveva già dietro di sé una attività di ricerca incomparabile].

Patrice Guinard ha poi esposto le proprie idee concernenti la tendenza dell'astrologia francese a restringere il corpus astrologico ai suoi fattori essenziali. I pianeti ipotetici della scuola di Amburgo, i mezzi punti di Witte ed Ebertin, le armoniche di John Addey ed altre invenzioni simili hanno conosciuto un'eco assai debole in questo paese. Questa semplificazione dei fattori tenuti in considerazione nel tema natale si accompagna ad una tecnica di interpretazione che mette in gioco delle orbite sempre più ampie. Jacques Halbronn ha fatto ricordare che questa tendenza sarebbe piuttosto dovuta ad una volontà di ristrutturare il corpus e la tradizione a livello delle fondamenta, da ciò la forte tendenza "strutturalista" dell'astrologia francese, a cominciare da Dom Néroman, mentre i tedeschi e gli inglesi avrebbero piuttosto cercato di facilitare il lavoro dell'interprete.

Patrice Guinard ha sottolineato come l'astrologia oraria, molto diffusa oltre-Manica ed oltre-Atlantico, sia rimasta una pratica relativamente marginale in Francia, così come quella delle orbite strette, il che tenderebbe a dimostrare, come lo ha riconosciuto anche Tristan Lahary, che le tecniche che hanno direttamente relazione con la predizione, non conoscono in Francia lo stesso credito che altrove. Steffan Vanel (U.S.A.) ha concluso la seduta dimostrando come gli astrologi americani siano maggiormente attratti dalle novità che non gli astrologi del vecchio continente a cominciare dai francesi, il che rappresenta sì, il vantaggio di una grande emulazione, ma anche l'inconveniente di una certa impreparazione concernente la realtà del fatto astrologico.
 

Sessione 4.

Il tema astrologico come mandala nella consultazion

Jacques Halbronn ha aperto questa sessione esponendo le sue teorie, peraltro ben conosciute. Il tema natale, elemento essenziale della consultazione, serve a produrre delle dissertazioni. La strumentalizzazione del tema, natale od orario, fonda la consultazione astrologica. Poco importa che l'astrologo abbia dietro di sé lunghi anni di studi purché sappia gestire il dialogo e dominare la situazione della consultazione. Poco importa che il significato dato ai diversi elementi del tema sia più o meno emerso da ricerche di origine psico-biologiche, poiché questi significati non sono in fondo che convenzioni culturali, che l'astrologo-consultante saprà usare con maggiore o minore abilità.

Yves Haumont (Belgio), autore di una tesi sul linguaggio astrologico, ha paragonato il discorso astrologico a quello astruso della psicanalisi lacaniana. L'effetto sarebbe equiparabile, poiché il paziente esce stordito dalla consultazione. E Roberto Renout ha sviluppato questo punto di vista dimostrando che il tema, proiezione del cielo su una superficie, non sia neppure necessario e possa venire sostituito da una serie di biglie sferiche e colorate, rappresentanti l'insieme delle possibilità astrologiche in seno alle quali il paziente ha la facoltà, nella consultazione, di scegliere le proprie opzioni e così rintracciare un opportuno spazio simbolico secondo i propri gusti e affinità.

Franck Nguyen e David Buffet si sono opposti a questa idea, sottolineando il fatto che l'astrologo non produce un discorso qualsiasi e che ogni discorso non è intercambiabile, come sembra pensarlo Halbronn. Il malato di polmoni ha precisato Franck Nguyen, non accetterebbe il fatto che il medico possa invece proporre di curargli il ginocchio, David Buffet ha sottolineato che non esiste una uniformità psicologica fra individui, ed ha illustrato i propri concetti con la sua applicazione dei gradi monomeri, tratti dai lavori di Gilles Verneret, e implicanti al contrario una super specializzazione della lettura del tema.

José Fernandéz Quintano è dispiaciuto che non vi sia maggior approvazione nell'interpretazione del tema. Steffan Vanel ha difeso la sua concezione della consultazione, e giustificato l'accoppiamento del tema astrologico con le lame del tarocco, limitando così la tendenza dell'astrologo alla proiezione.

Fouzy Hamici ha presentato la sua pratica intuitiva come quella di un artista che non avrebbe bisogno di un ponderoso bagaglio libresco. Infine Bernard Blanchet, consulente d'azienda, ha sminuito l'astrologia come strumento affidabile del reclutamento del personale,, contestando al tema natale la sua capacità di informare sul livello di competenza dell'individuo.

(Parrebbe che J.Halbronn prenda il cliente della consultazione astrologica per un imbecille. Se il paziente riceve una specie di discorso stereotipato, più o meno adatto alla situazione del momento da un astrologo poco qualificato,o da un brillante artista che divaghi, non risulta che la consultazione gli sia stata pregiudizievole. E di conseguenza può desiderare d'incontrare ancora lo stesso astrologo o un altro, come avviene nella prolungata cura psicoanalitica alla Lacan. Il che fa marciare il commercio e tutti vi trovano il loro tornaconto - e ringraziare Halbronn che dà così il suo avallo a ciò che sarei tentato di chiamare incompetenza. La mia esperienza è tutt'altra. Ho riscontrato, al momento delle consultazioni che ho potuto dare nel passato, che se l'astrologo pone il dito sul punto sensibile e sa mostrare al paziente l'abisso esistente fra il suo potenziale psichico e le elucubrazioni mentali che lui stesso può essersi forgiato nel corso del tempo, riuscire a districare in qualche modo la matassa e guarirlo dalle sue illusioni mediante un'analisi critica, il risultato è spettacolare. Il paziente riceve un vero choc psicologico, come lo esigeva Jung per la psicanalisi che gli da, se le sa accettare, delle indicazioni preziose su sé stesso. Niente a che vedere,dunque, col discorso di un imbonitore che agisce solamente a livello verbale, alla superficie livello della coscienza. Ne consegue che il paziente abbia compreso qualche cosa e non desideri più consultare un astrologo, perché l'astrologo stesso gli ha fornito i mezzi per fare a meno di lui. La consultazione non è un aggravio di descrizione psicologica, ma bensì di trasformazione psichica.)
 

Sessione 5.

Lo statuto dell'astrologia

Questa sessione è iniziata con un colloquio tra Patrice Guinard e Françoise Gauquelin, la quale ha dato alcune precisazioni relative all'interpretazione degli studi da lei fatti con suo marito Michel, oggi deceduto. La profusione di ricerche attuali soprattutto anglo-americane concernenti il pianeta Marte e "l'effetto Marte", a suo dire, non significa che questo pianeta abbia più importanza degli altri quattro pianeti (Giove, Venere, Luna e Saturno) per i quali dei risultati statistici sono stati trovati, ma ciò sarebbe dovuto al rinnovo più agevole di campioni di sportivi, e dunque ad una maggior facilità di verifica. Franck Nguyen si è interrogato sull'assenza di risultati concernenti gli altri pianeti, in particolare Mercurio, ed ha fatto osservare che alcuni pianeti ammetterebbero un adeguamento meno evidente alla nozione di categoria professionale.

Jean-Paul Citron ha proseguito la sua esposizione della vigilia e ha cercato di far capire come alcune correlazioni fra i meccanismi biochimici potrebbero spiegare certe affermazioni astrologiche: per esempio la corpulenza dell'individuo (grasso o magro) potrebbe essere messa in relazione con una valorizzazione planetaria Giove/Luna presso i grassi, e Saturno/Luna presso i magri. Françoise Gauquelin si è dichiarata pronta a testare statisticamente questa ipotesi, e Patrice Guinard ha chiesto se queste correlazioni biologiche siano generalizzate con altri pianeti. Jean-Paul Citron ha dato altri esempi ed ammesso che i progressi costanti della biologia richiedono a loro volta una certa cautela, ma permettono di far intravedere dei bei progressi futuri.

Patrice Guinard si è interpellato sullo statuto dell'astrologia ed ha oppugnato che l'astrologia possa divenire una scienza, anche se i risultati statistici da una parte e le ricerche d'origine biologica dall'altra possono essere un aiuto non indifferente riguardo alla comprensione del fatto astrologico. Ha presentato l'astrologia prima come una filosofia, forse una filosofia comprensiva delle scienze umane, seppur con certe esigenze di ordine astronomico e fisico, ma una filosofia che dipende ancora da una certa forma di credenza o almeno di consenso. Per gli scettici e per gli storici, lo statuto dell'astrologia è piuttosto ambiguo anche se si ritrova l'astrologia, soprattutto antica, in appendice a enciclopedie storiche, o d'astronomia, o di filosofia oppure nella storia delle religioni.

José Fernàndez Quintano ha precisato alcuni punti concernenti un progetto futuro per l'astrologia: la formazione pluridisciplinare dell'astrologia, la necessità di un dibattito tra astrologi al fine di evitare l'implosione dell'astrologia a causa di una pletora di tecniche disparate, e l'interesse di un attento studio per la comprensione dell'astrologia.

Patrice Guinard ha dimostrato che esistono tre attitudini concernenti l'astrologia: l'incredulità degli scettici che interpretano l'astrologia come un processo d'autosuggestione, un semplice effetto placebo; l'ingenuità del praticante che si accontenta di una tecnica che non ha bisogno di giustificazioni; "vi è qualcosa che va avanti" in ragione di certe risonanze di ordine fisico, geo-magnetico e biologiche, e la macchia astrologica consiste nel ricercare un modello che risponda a queste esigenze.

Jacques Halbronn ha precisato che tutto ciò che esiste astronomicamente non debba avere obbligatoriamente un significato astrologico, che tutto quanto l'astrologia ha accumulato nel corso della sua storia non dbba avere obbligatoriamente un'utilità oggi e che tutto il vissuto della persona umana non concerne necessariamente l'astrologia. Infine egli ha optato per la terza ipotesi esposta da Patrice Guinard, quella di una certa astrologia che va avanti, ma non in ragione di una ricerca di ordine epistemologico o di una verosimiglianza di ordine fisico, ma in funzione di una selezione deliberata, di una scelta arbitraria di natura convenzionale.

Pierre Barrucand è ritornato sulla questione delle eventuali correlazioni fra gli elementi astronomici ed i tratti caratteriali, e si è interrogato sull'attitudine degli scienziati e sulla loro avversità verso l'astrologia e, seppur curiosi poco disposti a testare ipotesi prive di prove.

Per Ioan Azimel, un vecchio allievo di Jacques Halbronn, il fatto che l'astrologia non sia unificata sarebbe una forza, poichè essa diventa inattaccabile, e rafforza l'affermazione del suo maestro, nell'affermare che l'astrologia esiste fintanto che essa sussiste nello spirito umano.

Patrice Guinard ha infine fatto osservare che nessuna ricerca sia possibile con tali presupposti e ha dimenticato di citare a chiusura del dibattito una sentenza del suo "manifesto": "l'astrologia sarebbe totalmente sradicata dalla cultura, l'astrale continuerebbe non di meno a pilotare la coscienza umana".
 

Conclusione

Per le tre seguenti sessioni alle quali non ho potuto partecipare rimando al resoconto di Jacques Halbronn.

Questo congresso è stato ottimo, sia a livello degli interventi sia a livello dei dibattiti.

La sala era composta essenzialmente da astrologi e da esperti, per esempio Paule Houdaille, Richard Pellard o Christian Gourdain. Daniel Cobbi è stato scusato, così come Basile Ladis e Illel Kieser che mi hanno fatto avere il testo della loro comunicazione. Il successo del convegno consegue che uno sforzo sia fatto per trattenerne il ricordo, e perciò un documento video è in preparazione. Tutti siano ringraziati per la loro partecipazione ed anche per aver compreso che non è ancora diventato inutile, nell'era di Internet, dialogare e confrontare le proprie idee a viva voce. Desideriamo che questo tipo di congresso, riunendo astrologi ed esperti che esprimono concetti fra loro, e non solo dei "professori di astrologia" che insegnano ex-cattedra i risultati dei loro ultimi lavori ai loro allievi possa consolidarsi, per il momento essenzialmente grazie all'impegno ed alla generosità di Jacques Halbronn.

Patrice Guinard, direttore di C.U.R.A

20 gennaio 2001
 

Référence de la page:
Patrice Guinard: Atti del congresso C.U.R.A./M.A.U. di Parigi
Le frontiere dell' astrologia (Da Nostradamus a Gauquelin)
http://cura.free.fr/cura2/904atti.html
traduzione Fernanda Nosenzo-Spagnolo
(version française http://cura.free.fr/10colloq.html : 01/2001)
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